Linkando – L’abuso all’imprenditore

Linkando, “L’abuso all’imprenditore: quando il dipendente è indipendente dalla propria assunzione di responsabilità.”
Rubrica a cura di Federica Tisato – General Manager di Sismaitalia
Durante la decennale esperienza professionale, prima come marketing manager ed oggi come general manager, condivisa con grandi uomini e donne che hanno con me raggiunto obiettivi e successi, gli intermezzi spiacevoli e problematici sono spesso avvenuti con colleghi e “le finte tracheiti”.
Abbiamo letto di un “Quadro” al rovescio o al contrario, scoprendo come la comunicazione emotiva sia di fatto l’asse centrale di un efficace relazione. E se parlassimo di patologia nella relazione umana aziendale? Patologia o finte tracheiti?
Sicuramente entrambe appartengono al concetto riferibile a qualcosa di “malato” e sicuramente nella relazione con un dipendente con le finte tracheiti si parla della prima categoria.
“L’assunzione di responsabilità passa attraverso una raggiunta maturità emotiva”
– afferma Loperz.
L’io pensa solo a se stesso, il che significa che è assolutamente irresponsabile, e proprio perché è irresponsabile ci procura un mare di guai quando lo assecondiamo troppo. Il contrario dell’irresponsabilità è ovviamente la responsabilità, intensa come mediazione ed accettazione delle regole e dei comportamenti che sono condivisi da una collettività, quale può essere l’ambito aziendale e relazioni interpersonali che lo costituiscono.
Cosa significa lavorare con assunzione di responsabilità?
Per l’Approccio Centrato sulla Persona, essere persona responsabile significa comportarsi in modo riflessivo ed equilibrato, tenendo sempre consapevolmente presente i pericoli e i danni che i propri atti o le proprie decisioni potrebbero comportare per sé e per gli altri, e cercando di evitare ogni comportamento dannoso.
Ciò può avvenire solo nel momento in cui l’individuo può essere libero di vivere la sua esperienza, momento per momento, senza distorcerla, dando fiducia alla propria valutazione intesa come proprio locus di valutazione interno cosicché possa sviluppare, grazie alla tendenza attualizzante, le sue potenzialità innate e soddisfare, in modo maturo, i suoi bisogni.
È evidente che i bisogni in azienda devono avere tenore di condivisone tra le parti in gioco, quindi pari dignità ai bisogni del dipendente e dell’imprenditore la cui mediazione è dettata dai più ampi bisogni di riuscita del progetto aziendale.
L’inversione avvenuta nella rilettura dei contratti di lavoro con i dipendenti a tempo determinato e non solo, ha confuso e travalicato i confini del rispetto verso il datore di lavoro, che è spesso abusato dalle stesse pretese sancite dalla legge italiana in merito alla tutela dei diritti dei lavoratori.
Manca l’aspetto di contropartita della tutela dell’imprenditore che tra le norme e leggi vigenti, sempre più spesso non è più nella possibilità di attuare valutazioni meritocratiche sui collaboratori, ritrovandosi dipendente dalla mera e labile fiducia concordata in fase di assunzione, la quale può essere facilmente tradita.
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Un dipendente indipendente dalla propria assunzione di responsabilità
Dipendente: “mi scusi so che era importante per lei che io ci fossi oggi ma sono stato male stanotte…. (PAUSA, FINTO COLPO DI TOSSE) Guardi, mi vesto ed arrivo anche se ho 41 di febbre è che se poi mi sento male, cado lungo le scale dell’ufficio, svengo all’indietro, sbatto la testa e mi rompo il cranio, arrivano i sindacati… la responsabilità di chi sarà?”
(RIATTACCA E DICE: “Amore andiamo, rapida però, perchè il medico del controllo potrebbe arrivare tra un ora!)
Imprenditore: “Caro Cliente mi scusi salgo ora in auto a sostituire il mio collaboratore che non sta bene, arriverò in ritardo perché sono stato avvisato in questo momento, farò il prima possibile.” (SALE IN AUTO E SI POSA SUL SEDILE…PENSA “SONO SOLO”).